Amstel Gold Race 2023, l’esperto di aerodinamica spiega: “Pogacar ha guadagnato 10-20 secondi”
Partiamo da un presupposto: Tadej Pogacar avrebbe vinto comunque la Amstel Gold Race 2023. Difficilmente, e molto, Ben Healy lo avrebbe raggiunto e anche se fosse appare quasi impossibile immaginare lo avrebbe staccato e le sue chances allo sprint sarebbero state quasi nulle. Il punto qui non è Tadej Pogacar che ha meritatamente vinto una corsa in cui si è ampiamente dimostrato, ancora una volta il più forte, ma sottolineare un comportamento scorretto, difficilmente considerabile non volontario visto quanto è effettivamente durato, che in un altro contesto avrebbe sicuramente potuto avere un peso maggiore sulla corsa.
Tadej Pogacar ha dunque ampiamente trionfato nella Classica della Birra, ma lo sloveno ha effettivamente ricevuto un piccolo aiuto dall’auto del direttore di gara Leo van Vliet. E questo dispiace. Lo sloveno ha fatto la sua corsa e non ha nessuna responsabilità di quanto accaduto (poteva mica fermarsi?), ma lui stesso ha ammesso di non aver apprezzato quanto successo, sostanzialmente perché ben consapevole fosse una scorrettezza. Lo sloveno in alcuni tratti è stato infatti davvero molto vicino alla vettura dell’organizzazione, ricevendone un innegabile vantaggio (che nel suo caso sarà stato anche sostanzialmente ininfluente ai fini del risultato finale, ma che resta un comportamento scorretto e che avrebbe potuto falsare la gara in altre circostanze).
A studiare la questione è stato il professor Bert Blocken, docente e ricercatore di aerodinamica alla Università di Leuven, che spesso ha studiato proprio gli effetti del vento e dell’effetto-scia nel ciclismo. Nel suo intervento per Knack ha dunque fatto una stima, utilizzando ovviamente le sue tabelle e strumenti, di quale potrebbe essere stato il beneficio per il campione sloveno. “Nel finale ha potuto pedalare per almeno due minuti dietro l’auto della direzione gara e una moto, a una distanza che variava tra i dieci e i quaranta metri – spiega Blocken – Questo gli ha dato un vantaggio di almeno dieci secondi. È la stima più prudente, perché l’inquadratura non era fissa su di loro. Quindi stimo un guadagno di tempo totale tra i dieci e i venti secondi”.
Blocken aggiunge inoltre un altro aspetto importante, ricordando l’influenza delle auto non solo davanti al corridore, ma anche dietro: “Bisogna aggiungere il penultimo passaggio al traguardo, quando l’auto del direttore di gara Leo van Vliet era appena dieci metri dietro Pogacar. Questo è un vantaggio perché l’auto elimina in parte la sottopressione dietro al corridore. Anche in questo caso vale la regola della distanza: minore è la distanza tra il ciclista e l’auto, maggiore è l'”effetto rimorchio”. Questo ha permesso a Pogacar di pedalare più velocemente per alcuni secondi”.
Ovviamente, anche Blocken sottolinea che la colpa non è di Pogacar, che quasi certamente avrebbe vinto lo stesso, ma si tratta comunque di un “risultato falsato, una vergogna a livello WorldTour”. E non crede che Van Vliet fosse ignaro del vantaggio che ha dato allo sloveno: “Chiunque abbia un minimo di esperienza ciclistica sa quanto sia importante la scia, dietro a un corridore e in un gruppo, o dietro a una moto o a un’auto. Già nel 1899 si tenevano gare di drafting dietro ai treni per battere i record di velocità. 124 anni dopo, Van Vliet sostiene una simile assurdità. È del tutto inappropriato, sia per le sue parole che per le sue azioni in gara. L’UCI non può permettere che questo rimanga impunito”.
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Un corridore che viaggia a 40 metri dietro un auto non riceve nessun beneficio,anzi è danneggiato dal vortice che crea l’aria,provare per credere.In quanto a tutto il mondo UCI,Dio c’è ne scampi.Una cosa squallida anche il trattamento che ha subito Ragusa dalla Rai alla Robaix,se era una Big,suonavano anche le campane.